STRETCHING

Il corso di Stretching e Mobilità Articolare si svolge a Bertiolo ogni Mercoledì dalle 20:00 alle 21:00

Tutte le attività sportive, e quelle praticate allo Shin Dojo Friuli non fanno eccezione, richiedono una preparazione muscolare adeguata.

Per uno sviluppo completo e sano il potenziamento muscolare deve andare di pari passo con il miglioramento della mobilità articolare e l’allungamento muscolare. In questo modo si potrà avere padronanza del proprio corpo anche in posizioni complesse ed imprevedibili, aiutando la prevenzione degli infortuni.

A volte i tempi e le necessità di apprendimento tecnico tendono a lasciare poco spazio all’allungamento muscolare e da questa esperienza è nato il corso di mobilità articolare e stretching.

Il corso si rivolge sia agli sportivi che agli amanti dello stare bene, e ha come obiettivo il miglioramento dei range articolari nei principali distretti del corpo, adattandosi alle caratteristiche personali di ciascun praticante.

Dopo una prima fase di riscaldamento e potenziamento generale e specifico, si eseguono esercizi che applicano le diverse tecniche di stretching (attivo, passivo, PNF…) per raggiungere pose di difficoltà crescente che permettano di migliorare la propria mobilità.

Gli esercizi si adattano naturalmente alle capacità di ognuno e consentono di essere efficaci indipendentemente dal proprio livello di partenza. Inoltre con semplici varianti è possibile adeguarsi alle capacità del singolo partecipante.

In varie occasioni si sono ricordate le differenze che ci sono tra il karate sportivo e quello tradizionale. Una di quelle più chiare è la presenza di un avversario: praticare karate sportivo significa sempre misurare le proprie capacità con quelle di un’altra persona. Succede ovviamente così nel combattimento (kumite), ma anche nelle gare di kata o, per i più piccoli, di percorso. Il karate tradizionale invece chiede di misurarci solo con noi stessi. I compagni di allenamento ci aiutano ed accompagnano nella scoperta e limatura dei nostri difetti, in un percorso di miglioramento del tutto personale. L’avversario che abbiamo davanti siamo noi stessi e per “sconfiggerlo” dobbiamo semplicemente (ma non per questo facilmente!) fare meglio di quanto fatto finora. I nostri compagni non sono avversari, ma collaboratori.

Anche nello stretching è importante fare lo stesso ragionamento. Spesso negli allenamenti in gruppo viene spontaneo “misurare” noi stessi con i nostri compagni e chiederci se stiamo facendo abbastanza, se siamo abbastanza “bravi” rispetto alla media. Non è l’approccio mentale più sano, perché ci porta ad esagerare (e forse farci male) o a demoralizzarci (se non riusciamo ad arrivare al livello degli altri). E nel frattempo abbiamo anche spostato la nostra attenzione verso l’esterno, deviandola dall’ascoltare i segnali del nostro corpo.

Lo stretching è un’attività in parte fisica e in parte mentale. Molte delle pose che si raggiungono sono impegnative, e sicuramente sono fuori dalla nostra comfort zone. È proprio il concetto alla base dello stretching (e di qualsiasi allenamento, in senso lato): portarci (di poco) fuori dai nostri limiti attuali, per far scoprire al nostro corpo che ciò è gestibile e che la prossima volta può spostare il proprio limite un po’ più in là. Così saremo migliorati. E il progresso, per quanto piccolo, ci darà soddisfazione comunque: è un passo nella direzione che ci interessa, e non dipende da dove siamo partiti, né da quanto lontani siamo dai nostri obiettivi.

Portare l’attenzione verso noi stessi è il mezzo con cui possiamo migliorare. Prendere il tempo necessario per conoscere i nostri limiti; dar loro in qualche modo una misura; spingerci un po’ più in là; verificare la volta successiva se siamo riusciti a crescere. E i nostri compagni di (per)corso non saranno avversari, ma preziosi alleati.